E’ arrivata “Calabria”, tracciata, genuina e naturale, direttamente dai territori assolati della costa ionica dove si verificano le migliori condizioni per la coltura. E’ l’orgoglio della Filiera della Canapa Calabrese, venuta a soddisfare le esigenze degli amanti del collezionismo.
Parliamo di canapa legale e nello specifico di Carmagnola Cs, sativa, di alta qualità, dai fiori compatti, priva di semi, prodotta indoor senza pesticidi o altri agenti chimici e raccolta rigorosamente a mano.
La collezione estate 2018 di sativa light prevede vari formati da 1 grammo a 1 etto, per soddisfare cioè le più disparate esigenze dei clienti collezionisti.
Si tratta del primo prodotto delle aziende che, avendo aderito alla Filiera della Canapa Calabrese, startup nata all’interno del FabLab Arduiner, hanno deciso di presentarsi sul mercato sotto il brand unico ManyCanapa. Ciò è garanzia anzitutto di tracciabilità del prodotto, a partire dalla selezione delle sementi migliori.
La Filiera della Canapa Calabrese è costantemente alla ricerca di rivenditori e distributori che abbiano interesse ad acquistare il prodotto a condizioni vantaggiose ma anche a impegnarsi nella creazione di una campagna dedicata ai collezionisti abituali perché anche loro abbiano a godere dei vantaggi dell’alta qualità del prodotto delle aziende della Filiera.
“Bisogna essere intraprendenti in ogni cosa che si fa, bisogna avere voglia di lavorare e soprattutto acquisire competenze, altrimenti non si va da nessuna parte”.
Parola di Erika Segreti, impegnata insieme ad altri 134 studenti dell’IIS Polo Amantea (indirizzi: scientifico, industriale e professionale) nei corsi previsti dal PON Alternanza che si stanno svolgendo in questi giorni nei locali del FabLab Arduiner di Rende (Cs).
Accompagnati dai tutor scolastici ed esperti aziendali, gli studenti di Amantea stanno portando a termine la parte del progetto cosiddetta “in filiera”, cioè a contatto con le aziende del territorio, ciò al fine di far conoscere le realtà produttive e fornire le competenze che più si avvicinano ai ragazzi degli istituti interessati.
“Parlando di alternanza scuola/lavoro e di orientamento al lavoro oggi non si può non parlare delle contaminazioni digitali e del ruolo che hanno le nuove tecnologie nei processi produttivi, di valorizzazione e di promozione del territorio. La scelta di collaborare e di realizzare le attività all’interno del FabLab Arduiner è proprio quella di far conoscere innanzitutto questa importante attività privata, ma soprattutto fornire ai ragazzi gli strumenti a partire dal coding e dal pensiero computazionale per promuovere e valorizzare alcune filiere importanti per il rilancio della Calabria”, ha dichiarato il presidente dell’associazione coordinatrice delle attività Education & Training, Alessio Fabiano.
Tutto ciò è in linea con gli scopi e le attività del FabLab Arduiner, che da tempo si occupa di applicare i principi e delle innovazioni della robotica e della domotica ai vari ambiti della vita quotidiana e in particolar modo al settore agricolo, cercando di trasferire competenze e abilità alle nuove generazioni. Assemblaggio, programmazione e pilotaggio droni (APR), tecniche per concepire e realizzare una serra domotica: sono queste le tematiche dei singoli corsi che più hanno affascinato i ragazzi di Amantea rispettivamente impegnati in percorsi di 80 (scientifico) e 120 ore (professionale).
Gli studenti riflettono sull’importanza dell’opportunità di mettere a frutto le proprie competenze in un ambiente accogliente e dinamico. “Appena arrivati ci hanno mostrato la struttura unica nel suo genere – ha dichiarato Gaia Mazzuca – e abbiamo appreso da Maurizio Infusino [direttore e fondatore del FabLab] i vantaggi di Arduino nel concepire delle cose che prima ci sembravano difficilissime se non addirittura impensabili”. Telecomandi per l’apertura di cancelli, rilevatori di distanza e altri sensori: sono questi gli aspetti che hanno incuriosito le studentesse Michela Guzzo e Martina Morelli: “Si tratta di cose assolutamente nuove per noi ma decisive in un mondo dove la tecnologia è tutto. Siamo grate per questa possibilità”, ha dichiarato Martina.
Valeria Aloise e Ilaria Gatti insistono sul valore formativo del percorso Pon Alternanza: “Con metodi molto leggeri e soprattutto coinvolgenti gli esperti ci avvicinano ad argomenti e cose mai provate e nemmeno discusse in classe. E da qui potrebbe nascere una vera passione”, da detto Valeria. Mentre Ilaria si concentra su droni e fotografia: “Son queste le mie vere passioni che grazie ai tutor del FabLab spero possano diventare opportunità di lavoro per il futuro”.
Salvatore Posteraro e Antonietta Suriano sono rimasti affascinati dalla parte sulla programmazione: “Dovrebbe essere pane quotidiano per chi frequenta il FabLab e vuole restare al passo coi tempi, non importante ma addirittura fondamentale”, ha spiegato Antonietta. “Non bastano le competenze, occorrono predisposizione al lavoro e voglia di fare” secondo Mattia Bernardo, caratteristiche fondamentali per non rimanere fermi al palo. Le ha ritrovate in esperti e modelli aziendali con cui è venuta a contatto la studentessa Michela Aloe: “Non i soliti algoritmi. Qui al FabLab abbiamo imparato che Arduino può migliorare le nostre vite, soprattutto la mia da futuro ingegnere elettronico. Lo spero”.
Il progetto di Infusino: una rete di aziende locali e un seme autoctono Il percorso tracciato “per combattere racket e mafia”
di Francesca Pignataro*
Fino alla prima metà del secolo scorso l’Italia era tra i primi produttori europei di canapa e questa materia prima nel settore tessile e alimentare impiegava molte famiglie. Tutto però cambiò con lo sviluppo di materiali sintetici, che fece diminuire l’interesse nei confronti della canapa e oggi i confini tra narcotraffico, sistema carcerario, produzione industriale, uso terapeutico e consumo ricreativo sono assai labili. Eppure la canapa potrebbe essere una delle occasioni di rilancio per la Calabria e lo sa bene Maurizio Infusino, fondatore del FabLab Arduiner Together Team e anche del neonato ManyCanapa, legato alla Filiera della Canapa Calabrese.
“Il mio punto di vista è stato quello di creare un brand unico chiamato ManyCanapa, come “tanta canapa” ma in dialetto “mani i canapa” (mani di canapa). Il progetto di filiera nasce per creare una serie di aziende che non sperperano risorse economiche, che si mettono insieme e che producono alta qualità in base ai nostri standard. La mia idea è stata mettere a disposizione delle persone un percorso formativo affinché si possa avviare il processo di produzione, di trasformazione e commercializzazione. Il FabLab è il punto d’incontro tra persone molto qualificate e il talento può essere anche quello dell’agricoltore, non solo quello di un ragazzo che sa utilizzare l’elettronica. Vogliamo che si iscrivano anche gli agricoltori che hanno seguito un percorso formativo, che possano far parte della nostra filiera dandoci però la garanzia che acquisteranno le piantine certificate e autorizzate dal Parlamento, useranno le procedure affinché il prodotto sia veramente bio e di alta qualità”, ha dichiarato Infusino.
La produzione di canapa di alta qualità a chilometro zero potrebbe coinvolgere un gran numero di lavoratori in settori differenti. Questa materia prima può essere trasformata in oli e farine alla base di un “new food” con cui innovare il settore alimentare, può essere usata nel settore cosmetico, nel settore tessile, ma la canapa può essere sfruttata anche nel settore industriale ed edilizio con la produzione di mattoni di canapa ad esempio, perché
“la canapa è come il maiale, non si butta via niente”.
Ad oggi nessuna delle sementi ammesse dal Parlamento è adatta al territorio calabrese, per questo uno degli obiettivi di ManyCanapa è
“identificare un seme autoctono detto anche l’erba rossa di Calabria o l’erba del diavolo”.
ManyCanapa ha pensato anche alla questione della specializzazione che dovrebbe favorire lo sviluppo economico, infatti il piano è quello di “fare una massiccia produzione di semi, farine e oli nella parte nord della Calabria e concentrarci su infiorescenze di alta qualità provenienti dalla parte sud e particolarmente nella parte ionica dove c’è la migliore esposizione solare ed i migliori terreni“. Nella costa ionica inoltre si concentrano le uniche aziende agricole che per il momento sono interessate al progetto.
Maurizio Infusino però è un imprenditore che oltre all’aspetto economico cura anche i risvolti sociali della sua attività: “Voglio fare un percorso tutto tracciato con la blockchain, un registro mastro che traccia il percorso del seme fino al prodotto finale trasformato e con cui combattere racket e mafia. Nella blockchain vorremmo inserire i token, un paniere d’azioni che viene rilasciato a ogni operatore che fa parte della filiera per dividere gli utili ricavati”.
E’ nato “ManyCanapa”, il brand unico connesso alla Filiera della Canapa Calabrese. Si tratta di un nuovo mondo fondato sulla canapa industriale, una manifattura artigianale dagli innumerevoli usi.
ManyCanapa significa letteralmente “Tanta Canapa”, ma seguendo il significato dell’espressione dialettale calabrese “man’i canapa”(mani di canapa), tende a indicare una realtà che fa del lavoro manuale e del prodotto del lavoro manuale, tracciato passo dopo passo, il proprio punto di forza.
Si parte dal concetto di filiera, ovvero una serie di operazioni svolte da un’origine a una fine e tutte identificate in un percorso di tracciabilità, dal seme al prodotto finito, dalla formazione alla produzione, dalla trasformazione alla commercializzazione. Tutto ciò allo scopo di creare un’economia sicura in ogni suo passaggio, radicata sul territorio in cui nasce, che concorre allo sviluppo dello stesso creando concrete possibilità di lavoro a partire dalla canapa calabrese.
Vista l’invasione di canapa sul mercato dalla qualità spesso discutibile, ManyCanapa si propone anzitutto di selezionare le sementi e la materia prima migliore. Punta cioè a fare della qualità, che deriva dalla peculiare provenienza geografica, dall’ottima esposizione e dalla selezione in base a esigenze e usi, il proprio punto di forza.
Ma, soprattutto, ManyCanapa punta a promuovere al meglio il lavoro di ricercatori, professionisti, operatori agricoli, aziende di trasformazione facenti parte della Filiera della Canapa Calabrese: si propone cioè come un unico, interlocutore, serio e affidabile, un’organizzazione mirante a organizzare evalorizzare il prodotto del lavoro di chi crede nelle potenzialità di questa materia prima dalle proprietà benefiche.
Il brand “ManyCanapa” sarà cioè il collettore degli sforzi di tutti quei soggetti che hanno scelto o sceglieranno di aderire alla “Filiera della Canapa Calabrese” al fine di selezionare, produrre e promuovere, nel pieno rispetto della normativa vigente, la migliore materia prima e dare avvio alla sua lavorazione,trasformazione e commercializzazione su larga scala.
Riconoscibilità del marchio, competenza dei soggetti impegnati e sicurezza in ogni processo, sono questi gli obiettivi che “ManyCanapa” si propone al fine di avviare una corretta informazione riguardo alle potenzialità della canapa industriale e incentivarne la produzione al fine di creare lavoro e sviluppo a partire dalla Calabria.
Talenti, makers e ricercatori del FabLab Arduiner sono impegnati nell’ambito del “Festival Energia e Acqua” in svolgimento presso il Museo del Presente di Rende (Cs) che si protrarrà fino al 29 marzo. Una tre giorni di conferenze, incontri ed esposizione riguardanti il settore ambientale e in particolare cambiamenti climatici, sostenibilità, risorse idriche, rischio idrogeologico, energie rinnovabili. Tra gli espositori del Festival anche FabLab Arduiner:
“Siamo qui innanzitutto per presentarci alla cittadinanza, fare rete, incentivando lo sviluppo di startup innovative”, ha dichiarato l’imprenditore e fondatore del FabLab Arduiner di Rende (Cs), Maurizio Infusino.
Il FabLab Arduiner è presente con un’esposizione di componenti come i kit per l’apprendimento della robotica, alcuni esempi di droni e una camera di formazione che ospiterà giovani ricercatori che dimostreranno ai visitatori cosa si potrebbe fare semplicemente con sensori e kit Arduino.
Presente anche lo stand diWhatEverOs, creatura del FabLab Arduiner, ecosistema basato sul mining con il quale è possibile finanziare progetti di startup innovative, idee, sogni e tanto altro, totalmente rispettoso dei valori umani.
Prima uscita pubblica per il logo della Filiera della Canapa Calabrese, azienda nata anch’essa all’interno del FabLab Arduiner, e che punta a creare una vera e propria filiera della canapa in blockchain che chiama a raccolta in un unico brand le migliori aziende trasformiste della stessa materia prima (leggi articolo) per un export di altissima qualità e impegnata nella ricerca di genetiche autoctone.
Nel pomeriggio di oggi, giovedì 22 marzo 2018, nei locali del FabLab Arduiner di Rende (Cs) è stato presentato il marchio “Filiera della Canapa Calabrese”. Una vera e propria azienda che nasce dalla necessità – già fissata nella mission del FabLab Arduiner all’interno del quale prende le mosse – di applicare i principi della domotica e della robotica al settore agricolo e, in particolare, allo studio, all’utilizzo, alla trasformazione della materia prima della canapa.
L’azienda mira a riunire sotto un brand unico e riconosciuto produttori, venditori, consumatori al fine di selezionare, produrre e promuovere, nel pieno rispetto della normativa vigente, la migliore materia prima e dare avvio alla lavorazione e trasformazione.
“Puntiamo a connettere le aziende produttrici e quelle di trasformazione alla grande distribuzione per un export di altissima qualità. Ciò ci porta a investire competenze e risorse nel settore della ricerca”, ha dichiarato Infusino.
A un primo livello la Filiera punta a cercare nuove varietà italianeda poter certificare e far produrre da aziende in loco:“Un lavoro lungo e dispendioso soprattutto per la mancanza di impianti di prima trasformazione della fibra e del canapulo – ha spiegato Infusino – ma le varietà autoctone hanno una resa maggiore, sono più resistenti agli agenti patogeni e generano un risparmio alla voce trasporti. Selezioniamo, quindi, le sementi migliori in base a terreni, climi, circostanze ed esigenze dei produttori“.
In secondo luogo, la Filiera s’impegna concretamente nella ricerca di un seme autoctono, quello dell’erba rossa di Calabria: “A nostro avviso è la migliore al mondo. A tal proposito, miriamo all’estrazione di oli essenziali e cannabinoidi, mettendo il meglio del meglio della Calabria in un’unica essenza. Tutto ciò nel pieno rispetto dell’ambiente e per contribuire alla risoluzione di annose problematiche quali desertificazione ed estinzione delle biodiversità”.
La nuova azienda si occuperà dunque di import-export, distribuzione, whitelabel, vendita delle migliori infiorescenze di canapa delle varietà ammesse iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole (ai sensi dell’articolo 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio del 13 giugno 2002) e dei migliori prodotti a base di canapa. Tutto ciò associato alla ricerca delle migliori sementiin relazione a territori, climi ed esigenze, al fine di accrescere la produzione, abbattere le spese e diminuire il rischio di attacco da parte di agenti patogeni. Offrirà inoltre servizio di supporto e formazione nello sviluppo di innovazione e ricerca, anche con l’ausilio della robotica e di nuove tecnologie, per contribuire alla riduzione dell’impatto della desertificazione e arginare la perdita delle biodiversità. La Filiera si rivolge a produttori, distributori, consumatori, istituzioni, associazioni attraverso una corretta informazione mirante a incentivare la coltivazione, la trasformazione, la tutela della tradizione nell’impiego e consumo finale di semilavorati di canapa.
Ma non è tutto. Da aprile sarà possibile acquistare il token del “miglior oro al mondo”, la canapa, all’interno del grande ecosistema/business angel WhatEverOs, basato sul mining sociale. Si tratta di un sistema di redistribuzione di dividendi, basato su blockchain in modo tale da rilasciare al venditore e al consumatore finale per ogni prodotto o servizio venduto all’interno della filiera un credito in token in modo che possa diventare un asset spendibile o convertibile in euro, derivante da tutti quelli che sono gli utili generati dalle diverse aziende nella filiera. Un sistema di redistribuzione della ricchezza, dunque, puntando sulla migliore materia prima: la canapa calabrese.
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