Lavorare gomito a gomito, avvalendosi delle altrui competenze, professionalità, all’interno di locali confortevoli è uno dei pregi del FabLab Arduiner. Si tratta del laboratorio di fabbricazione digitale rendese, fondato dall’imprenditore Maurizio Infusino, che ha dato vita all’ecosistema WhatEverOs, vale a dire una piattaforma di incubazione, accelerazione, donazione e finanziamento delle migliori idee e dei migliori progetti attraverso il mining di cryptovaluta.
Quando su WhatEverOs viene presentata un’idea e da quella prende vita una startup innovativa, ci si pone il problema di come abbattere i costi fissi per l’avvio della startup stessa. Ciò significa: acquisire o fittare un immobile, arredarlo, attivare le utenze, predisporre spazi confortevoli per personale e clientela.
Spese che possono essere notevolmente abbattute utilizzando una struttura che permette il coworking.
FabLab Arduiner ha al proprio interno un’area coworking e mette a disposizione postazioni pronte e operative per nuove startup a costi minimi. Si tratta di spazi arredati in maniera informale adatti alle necessità delle giovani aziende.
Un esempio? La Filiera della Canapa Calabrese – avviata da Maurizio Infusino per WhatEverOs all’interno del FabLab Arduiner – e che mira a diventare “filiera delle filiere”, ha la propria sede nello spazio coworking dello stesso FabLab. Così, abbattendo i costi e mettendo a disposizione di clienti e utenti spazi confortevoli, la Filiera della Canapa Calabrese mira a perseguire il proprio obiettivo generale: dar vita a nuove aziende, dunque creare lavoro e sviluppo a partire dalla materia prima della canapa calabrese.
Talenti, makers e ricercatori del FabLab Arduiner sono impegnati nell’ambito del “Festival Energia e Acqua” in svolgimento presso il Museo del Presente di Rende (Cs) che si protrarrà fino al 29 marzo. Una tre giorni di conferenze, incontri ed esposizione riguardanti il settore ambientale e in particolare cambiamenti climatici, sostenibilità, risorse idriche, rischio idrogeologico, energie rinnovabili. Tra gli espositori del Festival anche FabLab Arduiner:
“Siamo qui innanzitutto per presentarci alla cittadinanza, fare rete, incentivando lo sviluppo di startup innovative”, ha dichiarato l’imprenditore e fondatore del FabLab Arduiner di Rende (Cs), Maurizio Infusino.
Il FabLab Arduiner è presente con un’esposizione di componenti come i kit per l’apprendimento della robotica, alcuni esempi di droni e una camera di formazione che ospiterà giovani ricercatori che dimostreranno ai visitatori cosa si potrebbe fare semplicemente con sensori e kit Arduino.
Presente anche lo stand diWhatEverOs, creatura del FabLab Arduiner, ecosistema basato sul mining con il quale è possibile finanziare progetti di startup innovative, idee, sogni e tanto altro, totalmente rispettoso dei valori umani.
Prima uscita pubblica per il logo della Filiera della Canapa Calabrese, azienda nata anch’essa all’interno del FabLab Arduiner, e che punta a creare una vera e propria filiera della canapa in blockchain che chiama a raccolta in un unico brand le migliori aziende trasformiste della stessa materia prima (leggi articolo) per un export di altissima qualità e impegnata nella ricerca di genetiche autoctone.
Nel pomeriggio di oggi, giovedì 22 marzo 2018, nei locali del FabLab Arduiner di Rende (Cs) è stato presentato il marchio “Filiera della Canapa Calabrese”. Una vera e propria azienda che nasce dalla necessità – già fissata nella mission del FabLab Arduiner all’interno del quale prende le mosse – di applicare i principi della domotica e della robotica al settore agricolo e, in particolare, allo studio, all’utilizzo, alla trasformazione della materia prima della canapa.
L’imprenditore e fondatore del “FabLab Arduiner” Maurizio Infusino presenta il marchio “Filiera della canapa calabrese”
L’azienda mira a riunire sotto un brand unico e riconosciuto produttori, venditori, consumatori al fine di selezionare, produrre e promuovere, nel pieno rispetto della normativa vigente, la migliore materia prima e dare avvio alla lavorazione e trasformazione.
“Puntiamo a connettere le aziende produttrici e quelle di trasformazione alla grande distribuzione per un export di altissima qualità. Ciò ci porta a investire competenze e risorse nel settore della ricerca”, ha dichiarato Infusino.
A un primo livello la Filiera punta a cercare nuove varietà italianeda poter certificare e far produrre da aziende in loco:“Un lavoro lungo e dispendioso soprattutto per la mancanza di impianti di prima trasformazione della fibra e del canapulo – ha spiegato Infusino – ma le varietà autoctone hanno una resa maggiore, sono più resistenti agli agenti patogeni e generano un risparmio alla voce trasporti. Selezioniamo, quindi, le sementi migliori in base a terreni, climi, circostanze ed esigenze dei produttori“.
In secondo luogo, la Filiera s’impegna concretamente nella ricerca di un seme autoctono, quello dell’erba rossa di Calabria: “A nostro avviso è la migliore al mondo. A tal proposito, miriamo all’estrazione di oli essenziali e cannabinoidi, mettendo il meglio del meglio della Calabria in un’unica essenza. Tutto ciò nel pieno rispetto dell’ambiente e per contribuire alla risoluzione di annose problematiche quali desertificazione ed estinzione delle biodiversità”.
Il marchio della “Filiera della Canapa Calabrese”
La nuova azienda si occuperà dunque di import-export, distribuzione, whitelabel, vendita delle migliori infiorescenze di canapa delle varietà ammesse iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole (ai sensi dell’articolo 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio del 13 giugno 2002) e dei migliori prodotti a base di canapa. Tutto ciò associato alla ricerca delle migliori sementiin relazione a territori, climi ed esigenze, al fine di accrescere la produzione, abbattere le spese e diminuire il rischio di attacco da parte di agenti patogeni. Offrirà inoltre servizio di supporto e formazione nello sviluppo di innovazione e ricerca, anche con l’ausilio della robotica e di nuove tecnologie, per contribuire alla riduzione dell’impatto della desertificazione e arginare la perdita delle biodiversità. La Filiera si rivolge a produttori, distributori, consumatori, istituzioni, associazioni attraverso una corretta informazione mirante a incentivare la coltivazione, la trasformazione, la tutela della tradizione nell’impiego e consumo finale di semilavorati di canapa.
Un momento della presentazione del marchio nei locali del “FabLab Arduiner” di Rende (Cs)
Ma non è tutto. Da aprile sarà possibile acquistare il token del “miglior oro al mondo”, la canapa, all’interno del grande ecosistema/business angel WhatEverOs, basato sul mining sociale. Si tratta di un sistema di redistribuzione di dividendi, basato su blockchain in modo tale da rilasciare al venditore e al consumatore finale per ogni prodotto o servizio venduto all’interno della filiera un credito in token in modo che possa diventare un asset spendibile o convertibile in euro, derivante da tutti quelli che sono gli utili generati dalle diverse aziende nella filiera. Un sistema di redistribuzione della ricchezza, dunque, puntando sulla migliore materia prima: la canapa calabrese.
Sono giovanissimi e appassionati di droni, i cui segreti apprendono in un silenzio quasi religioso dall’esperto aziendale. Utile, proficua, gratificante, altamente formativa: definiscono così gli studenti dell’ITIS “N. Miraglia” di Lauria (Pz) l’esperienza di alternanza scuola-lavoro con l’azienda Together Team all’interno del FabLab Arduiner di Rende (Cs).
“Amo queste componenti piccolissime che assemblate permettono a questi gioiellini di librarsi in aria”, ha dichiarato Antonio Scotellaro della 4C nel descrivere “un’esperienza gratificante perché oltre a essermi divertito con tutti i miei compagni è stata molto utile per quello che sarà poi il mio futuro professionale”. C’è chi è maggiormente interessato all’assemblaggio dei velivoli come Antonello Tilascio, secondo cui la cosa più importante è “apprendere i vari metodi di utilizzo di componenti elettroniche Arduino e capire i diversi sensori”. Questione di skill. Lorenzo Oliva si “trova meglio” con un radiocomando tra le mani: “Mi piace molto lo stile da gara FPV, saper controllare il drone per fare competizioni”.
Ad accoglierli è Paolo Verduci, esperto aziendale in componenti e riprese aeree e che, all’interno del FabLab Arduiner, si occupa della parte riguardante assemblaggio, montaggio e settaggio droni.
“Siamo partiti dai droni classe F450, ovvero dei droni più grandi per riprese aeree e che loro già conoscevano, per passare alle classi 210, 250, che sono droni maggiormente usati per gare, droni che si guidano in FPV(first person view). Abbiamo dato ai ragazzi kit di diversi droni 250, 230, 210, 180 e hanno assemblato e saldato le varie componenti. L’interesse è stato alto, soprattutto per la parte riguardante il simulatore: hanno provato in prima persona e si sono cimentati in una piccola competizione tra loro. Montando questi droni hanno imparato a conoscere le varie componenti, le schede di controllo, ESC, centraline gps, e a cosa serve tutto questo in un drone”.
Gli studenti dell’ITIS “N. Miraglia” di Lauria con l’esperto aziendale Paolo Verduci
Sui droni, sull’applicazione della robotica e della domotica al settore agricolo e, in particolar modo, alla materia prima della canapa i ricercatori del FabLab Arduiner puntano molto:
“Quello che stiamo portando a termine è un percorso per la costruzione di un prototipo che include un drone intelligente, dotato di gps, un orto domotico idroponico dotato di decine di sensori che tengono sotto controllo lo stato della crescita delle piante nella serra e che insieme collaborano attraverso l’IOT (Internet delle cose) in una rete commerciale e-commerce dentro l’ecosistema WhatEverOs scambiandosi informazioni”, ha dichiarato Maurizio Infusino fondatore del FabLab Arduiner.
Si tratta di teorie non destinate a rimanere tali ma che vedremo applicate alla vita quotidiana e al settore agricolo in un futuro sempre più prossimo. In estrema sintesi, un drone acquisirà sementi certificate all’interno di un’apposita banca del seme del futuro trasportandole (ogni drone può alzare fino a 80 kg) negli orti di quei contadini accreditati nella rete neurale e autorizzati a poter trattare e vendere a livello legale questo seme e i suoi frutti. Da ciò decine di serre e centri di imbustamento controllati tramite IOT (Internet delle cose) e un’ulteriore startup che si occuperà di tenere sotto controllo l’intera filiera della canapa e redistribuirne il prodotto nella grande rete di vendita commerciale.
In quel di Rende, ispirandosi all’idea del Massachusetts Institute of Technology (MIT) è nato “FabLab Arduiner” il primo fabrication laboratory calabrese e il più grande esperimento di questo tipo nel territorio nazionale. I laboratori di fabbricazione digitale, che fanno lavorare gomito a gomito esperti in diversi settori, rappresentano un tentativo di rispondere alla rivoluzione industriale 4.0 mettendo il progresso tecnico al servizio del settore manifatturiero, agricolo, dando agli esseri umani la possibilità di sfruttare le nuove tecnologie e di riappropriarsi non solo di condizioni lavorative migliori, ma anche del proprio tempo libero.
“Ci siamo sempre occupati di sicurezza informatica, sicurezza internet e import export di componenti di domotica (utilizzati ad esempio per la realizzazione delle cosiddette case intelligenti) e robotica.Questo però è anche un punto di incontro tra clienti e imprenditori”.
La giornalista Francesca Pignataro intervista alcuni allievi del FabLab
Così presenta il suo ambizioso progetto Maurizio Infusino, fondatore non solo dell’azienda Together Team ma anche ideatore nel 1992 della prima chat cosentina sui server IRC. Da quella prima bozza di social network ante litteram, Infusino sta realizzando un vero e proprio ecosistema digitale [WhatEverOs] basato sulle interazioni tra utenti, fondato su un ideale economico agli opposti rispetto ai social tradizionali come Facebook.
“Il nostro obiettivo è quello di creare un social che quota ogni cosa (internet of things), non solo le idee ma qualunque azione fatta sui social, quindi ogni azione è ripagata. Noi però non accettiamo cose che non portano valore all’uomo, quindi roba offensiva o startup che fanno guadagnare qualcuno a discapito di altri, quindi vogliamo mettere qui dentro solo il meglio di internet“.
“La cosa più importante – prosegue Infusino – è che qui dentro abbiamo creato un nostro asset valutario (cioè una moneta) e lo mettiamo a disposizione di chi vuole supportare la ricerca nel nostro FabLab o in altri FabLab in giro per il mondo. Attraverso il mining sociale, che è quella procedura che estrae i bitcoin, è possibile estrarre la nostra moneta e, pagando una tassa, convertirla anche in euro”.
La giornalista Francesca Pignataro intervista alcuni allievi del FabLab
Connettersi sul social, postare e interagire con gli altri utenti, genera quindi ricchezza all’interno di questo ecosistema parallelo. “Questo sistema – continua Infusino – crea ricchezza e poi la redistribuisce all’interno dell’ecosistema. Noi vogliamo creare asset per ogni robot e far arricchire attraverso le azioni generate da robot chi si trova a rischio di perdita del proprio lavoro a causa del progresso tecnologico. Quindi guadagni azioni attraverso le buone azioni create nel mondo”.
Il progetto è infatti un interessante modo di rivedere il progresso e l’attuale concetto di lavoro. Lo scopo è quello di mettere a “servizio” dei lavoratori le nuove risorse tecnologiche e creare un connubio tra il mondo della robotica e l’agricoltura. L’intento è quello di lavorare , afferma Infusino, “una materia prima importantissima per il nostro territorio, cioè la canapa. Crediamo che la nostra sia la canapa migliore al mondo e siamo sicuri che possiamo avere possibilità di lavoro creando aziende che lavorano questa materia prima e la utilizzano in vari modi. Ricreare un vero commercio al Sud che punta sullo sviluppo della canapa della quale non si butta veramente nulla. Con 250 aziende si creerebbero 10 mila posti di lavoro: potremmo creare qui una filiera della canapa calabrese a basso costo, nella quale si aggregano varie aziende che comprano da noi la materia prima e rientrano tutte nel nostro brand”.
*Quotidiano del Sud, Edizione Cosenza, Martedì 13 Marzo 2018
Nei giorni scorsi le telecamere della RAI – TGR Calabria sono entrate nel FabLab Arduiner di Rende (Cs) per un servizio nell’ambito della rubrica #TgrTalentiDigitali. Riproponiamo il testo integrale del servizio a cura della giornalista Livia Blasi.
“A Rende fra i negozi e il traffico cittadino, su 1800 metri quadri, si compie un vero salto nel futuro. Non è solo questione di tecnologie, che pure ci sono e sono avanguardia, ma di missione, quella capacità che Maurizio Infusino, trader professionista e imprenditore ebbe già venti anni fa. Ora la sua visionarietà prende forma nel FabLab, fabrication laboratory unico nel suo genere in Calabria. Formazione, import/export, matematica del futuro, incontro con le scuole, aggiornamento, riqualificazione professionale: questi i risvolti pratici di una dimensione nuova fatta di un Internet delle cose depurato e reso etico.
Abbiamo idee per un connubio tra robotica e agricoltura affinché possano nascere nuove e centinaia di startup innovative che diano lavoro a tutti quanti nel mondo” [ha dichiarato Maurizio Infusino, ndr].
Qui si vuole creare un circolo virtuoso, come diceva appunto lei, una memoria del futuro, che apparentemente è un ossimoro: memoria + futuro. Che significa questa espressione?
Abbiamo creato un ecosistema [WhatEverOs, ndr] che vuole rappresentare il meglio che esiste nel mondo attraverso l’IOT, Internet delle cose, quindi unire la sensoristica a 36o gradi in una blockchain che è un collettore di informazioni non modificabile che può essere rappresentato in un frattale e inviato nello spazio come rappresentazione del meglio che l’umanità riesce a produrre mediante la matematica del futuro.
Parliamo di questa matematica del futuro che dialoga con i bitcoin. Che cos’è?
E’ una moneta che rappresenta i migliori asset che noi riusciamo a riunire in questo paniere. Vogliamo far capire che il nostro FabLab è un incubatore di idee ma anche di azioni.
Le migliori azioni vengono quotate come in un paniere, quindi viene attribuito loro un valore e la somma di questo valore, che non è speculazione, abbinata a una moneta scambiabile con il bitcoin o tutte le altre, e scelta come sistema di scambio o baratto all’interno dei laboratori di fabbricazione digitale, i FabLab di tutto il mondo.
Incubatore di startup, incubatore di futuro, di opportunità, il tutto in contatto reale con il MIT – Massachusetts Intitute of Technology di Boston, il tutto con davanti l’idea di Palo Alto. La Sila Valley non è più solo una formula ironica o scioccamente ambiziosa.
Sila Valley è già avviata, non lo sanno. La Sila Valley è uno dei migliori laboratori segreti che esiste per noi in Calabria che da anni si impegna nel diffondere modalità utili. Noi da qui non avviamo niente, siamo un seme che ci si augura possa germogliare altrove. Siamo talenti che creano semi, idee, innovazioni e ci auguriamo che ognuno possa prenderli e farli propri”.
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